
L’INVENZIONE DELLA TRADIZIONE
La Rivista di storia del cristianesimo, edita dalla Morcelliana di Brescia, nel primo fascicolo del 2023 ha pubblicato una serie di contributi su “Ritos y devociones sacro-populares en la España contemporánea”. Appaiono rivelatori i titoli di due contributi. Il primo, dovuto al curatore della raccolta, César Rina Simón: A la conquista de la religiosidad popular. La construcción de una interpretación republicana del ritual de Sevilla, 1931-1936. Il secondo, dal titolo ancora più esplicito, di Antoni Vives Riera, Tradiciones inventadas y democratización desde las periferías rurales. Las fiesta de sant Antoni en Mallorca durante el tardofranquismo y la transición.
Quando si parla di “tradizione”, e quindi di “tradizionalismo”, non è necessario richiamare i padri nobili del tradizionalismo francese della prima età contemporanea: Joseph de Maistre, Louis de Bonald, Felicité de Lamennais.
Occorre peraltro comporre un quadro più ampio e complesso di una costruzione dell’identità cattolica (o meglio della sua manipolazione) durante i due secoli dell’identità contemporanea. Molto suggestiva risulta la lettura di un volume collettivo, curato da Eric J. Hobsbawm e Teresa Ranger, L’invenzione della tradizione (Torino, Einaudi, 19871)[uscito in inglese presso la Cambridge University Press nel 1983]. Il libro si apre con una densa introduzione problematica dello storico inglese: “Come si inventa una tradizione”.
Mentre il confronto con la realtà spagnola può risultare più immediato, questo volume spinge ad approfondire la riflessione in differenti direzioni, dal momento che i contributi lì raccolti riguardano il mondo britannico, in madre patria come nelle colonie. Anche sulla spinta delle conclusioni dello storico: “Tradizioni e genesi dell’identità di massa in Europa, 1870-1914” si può procedere a inquadrare in maniera diversa la configurazione del tradizionalismo cattolico.