EDITORE PER CONTO DI DIO

Spolverando i vecchi libri in cima alla libreria ho ritrovato alcuni volumetti editi dalla casa editrice “La Locusta” di Vicenza: Jacques Maritain, La fine del machiavellismo (1962); Enzo Maizza, Lettera all’onorevole  (19642); Jean-Yves Jolif, Perche la guerra? (1967), oltre a tre scritti di don Primo Mazzolari: Zaccheo (19622) [ripubblicato con altri testi a cura di R. Colla (1974; EDB 1986); edizione critica a cura di Mario Gnocchi (EDB 2019)]; La parola ai poveri (19633)[EDB 2016 con un testo di papa Francesco]; Cattolici e comunisti (1966). Ne avevo altri, al momento irreperibili: ad esempio Emmanuel Mounier, Agonia del cristianesimo? (19653)

Il 18 luglio 2009 era scomparso Rienzo Colla. Legato a don Primo Mazzolari, nel 1954 ne pubblicò La parola che non passa, primo titolo della sua casa editrice “La locusta” di Vicenza.

«Mentre pensavo al nome da dare all’editrice mi capitò di aprire il Vangelo, per trarne ispirazione. Era Matteo, capitolo tre, versetto quattro, dove parla di S. Giovanni Battista che mangiava locuste e miele selvatico. Mi colpì l’immagine di questo insetto che non mangiava, ma si faceva mangiare. E decisi che i libri che avrei stampato sarebbero stati piccoli, forse fastidiosi per qualcuno, ma fatti per essere mangiati»: Rienzo Colla, in un’intervista rilasciata nel cinquantesimo anniversario della sua Casa Editrice.

Alla sua morte aveva curato la pubblicazione di 326 agili libretti. Scorrendo la lista dei titoli si incontrano autori significativi; Emmanuel Mounier, Mahatma Gandhi, David Maria Turoldo, don Giulio Bevilacqua, Giovanni Papini, Heinrich Böll, Romano Guardini, don Lorenzo Milani, Mario Gozzini, François Mauriac, Georges Bernanos … e soprattutto decine di scritti di don Primo Mazzolari, appunto a partire dal primo della serie.

Albino Morello, bibliotecario presso la Bertoliana, ha curato nel 1986 una mostra presso la Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza: La Locusta. Mostra documentaria inaugurata il 4 giugno 1986 con un convegno intitolato «Gli anni della Locusta» (gli interventi sono stati pubblicati: Gli anni de La locusta, 1954-1986, a cura di A. Morello, Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, 1986). L’evento era stato organizzato in occasione delle celebrazioni del trentennale della casa editrice.

Una valutazione dell’impatto delle sue pubblicazioni si dovette alla  stessa casa editrice nel 1987: La Locusta e la cultura cattolica in Italia, con scritti del francescano Nazareno Fabbretti, dello storico Mario Isnenghi e di Valerio Volpini (già direttore dell’Osservatore romano): un trentennio che aveva attraversato gli ultimi anni del pontificato di Pio XII († 1958), gli anni del Concilio Vaticano II (1962-1965), ed era arrivato a toccare i pontificati di Giovanni Paolo I (1978) e di Giovanni Paolo II.

Il lavoro di un “eremita dell’editoria”, come lo si volle definire, si collocava al centro di un fitto reticolo di contatti, che Rienzo Colla rese pubblico personalmente, quando nel 1992 pubblicò Lettere alla Locusta, riproducendone 154 dal proprio carteggio con gli autori.

Nel momento della scomparsa intervenne Luigi Accattoli, già vaticanista del Corriere della sera: ‘Io non mi vergogno del Vangelo’ : Rienzo Colla che si cibava di locuste : l’avventura di un editore coraggioso, sulle pagine «Il regno», 54/16 (2009), pp. 582-584 (vale la pena di leggerlo nelle pagine del suo blog).

In tempi più recenti si è tornati sulla sua figura: Rienzo Colla: editore per conto di Dio. Atti della Giornata di studio, Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, 27 novembre 2014, a cura di Mattea Gazzola Vicenza (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, 2016). Nello stesso anno veniva discussa a Venezia la tesi di laurea di Chiara Mercante: La biblioteca personale di Rienzo Colla.

Per lascito testamentario Rienzo Colla lasciò il proprio archivio alla Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza. Dal resoconto del suo riordinamento emergono indicazioni molto interessanti.

«L’intervento archivistico è stato svolto da Elisa Zanchin nel 2014-2015. Inizialmente il metodo di lavoro adottato ha previsto l’analisi dei 17 scatoloni conservati nei depositi della biblioteca contenenti le carte de La Locusta. Il fondo è pervenuto ordinato e pulito, tutto il materiale era condizionato in fascicoli opportunamente intitolati dal soggetto produttore, che talvolta ha indicato anche gli estremi cronologici; a parte due scatoloni con documentazione molto recente, non esistevano carte sciolte. E’ stato lo stesso soggetto produttore a dare la struttura all’archivio come lo conserviamo oggi […]

Il fondo si caratterizza per l’eterogeneità dei materiali conservati; oltre ai carteggi con gli autori, comprende pubblicazioni, estratti e saggi, nonchè documenti di carattere personale di Rienzo Colla […] L’archivio ha il merito, pertanto, non solo di documentare l’attività de La Locusta, ma anche alcuni momenti significativi della vita del suo fondatore[…] Nel corso della sua lunga attività di editore (1954-2004) colleziona amicizie importanti, testimoniate da un carteggio ricco di nomi e di documenti, e pubblica 326 edizioni, delle quali conserva una nutrita rassegna stampa» (https://archivio.bibliotecabertoliana.it/archivio/fondo/IT-BRT-ST900-000010).

Leggendo queste righe ci si domanda se la redazione di un catalogo storico della casa editrice sarebbe poi davvero un’impresa immane.

Nel 2016 la Biblioteca civica Bartoliana di Vicenza ha venduto all’asta il magazzino della casa editrice, che allora comprendeva 2.650 volumi (molte copie sono rifluite nel mercato antiquario).

A suo tempo nel blog di Luigi Accattoli, il 22 luglio 2009, furono registrate alcuni commenti, tra i quali spiccano queste parole, che inducono alla riflessione :

« Possiedo solo tre libri della Locusta. Segnano un periodo particolare, e superato, della mia personale discussione con il cristianesimo […] Mi rammarico di non averne altri. Forse, e azzardo molto e me ne scuso, la natura di questa collana di libri (termine appropriato come ormai non è più possibile per quasi tutti gli altri editori) è stata quella di accompagnare le diverse conversazioni che il cristianesimo sollecita, a ognuno di noi, intorno alla sua esistenza. Spero che il lascito culturale di Rienzo Colla non venga disperso, anche se credo molto difficile la sua continuazione».

Anche se le pubblicazioni ricordate non sono certo di facile reperibilità, vale la pena di ricercarvi il riflesso di un mezzo secolo in cui Rienzo Colla e La Locusta hanno lasciato una testimonianza importante.