GLI ANNI DI NAVARRO-VALS

GLI ANNI DI NAVARRO-VALLS

«Note personali» è il sottotitolo del volume di Joaquim Navarro-Valls, I miei anni con Giovanni Paolo II (Milano, Mondadori, 2023). Uscite postume nel 2023, per volontà dell’interessato, un giornalista appartenente all’Opus Dei, direttore della Sala Stampa della Santa Sede dal 1984 al 2006.

Oltre 500 pagine sono difficili di valutare nel loro complesso, dal momento che in esse si registrano indubbie omissioni, mentre al contrario si è scelto fatti e persone da annotare.  Anche in questo caso il valore delle testimonianze personali non corrisponde a un’astratta oggettività, bensì riflette la collocazione e le opzioni di chi ne è l’autore.

Ad esempio si veda in qual modo, e soprattutto quando, in quelle pagine compaia la figura di Marcial Maciel Degollado, il fondatore dei Legionari di Cristo, da Benedetto XVI deprecato per avere vissuto «al di là di ciò che è morale», dal momento che erano state accertate le accuse rivolte nei suoi confronti – pedofilia, droghe, matrimoni con figli (nel 2006 gli fu inflitta la pena canonica della rinuncia a ogni ministero pubblico e imposta una vita riservata, due anni prima della morte nel 2008).

Dopo che un articolo del vaticanista Sandro Magister sul settimanale “Espresso” aveva fatto esplodere lo scandalo dell’omertà con cui erano state occultate le sue malefatte, si cercava di ridimensionare la polemica, accostandola al caso del gesuita statunitense Thomas J. Reese, rimosso per le sue opinioni critiche  – con la preoccupazione di salvaguardare Giovanni Paolo II, il pontefice recentemente scomparso (2 aprile 2005):

Un po’ di confusione (4 giugno 2005). Si percepisce che qualche cosa stride.

«Sono sorte un paio di questioni potenzialmente pericolose per il papa. Entrambe con un’eco negli Stati Uniti: la destituzione del direttore della rivista “America” – Thomas J. Reese – e la confusione intorno al possibile processo a padre Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo. Il mio unico sforzo è cercare di fare in modo che questi due casi non coinvolgano il papa. […]

Alvaro Corcuera, attuale superiore dei Legionari, chiama Sodano [il cardinale Segretario di Stato] e redigono un comunicato per dire che non c’è processo, né si prevede che ci sarà.

Tuttavia,  si viene a sapere che la comunicazione è scaturita dalla Segreteria di Stato, e non dalla Congregazione per la dottrina della fede, che è l’organismo competente per materia. Confusione» (p. 482).

Sul caso Maciel (19 maggio 2006). Ormai addentro nel pontificato di Benedetto XVI, si imbastiva un’ampia giustificazione dell’operato di Giovanni Paolo II, o meglio di una mancata presa di posizione da parte del papa polacco, ricostruendo in maniera puntuale lo svolgimento della vicenda.

«Scoppia il caso Marcial Maciel, il fondatore dei Legionari di Cristo. Da anni si susseguivano le accuse di presunti abusi ai danni di seminaristi e sacerdoti della congregazione. Non c’erano state prove, e la Curia romana non aveva aperto indagini ufficiali. D’altra parte, l’opera più che positiva dei Legionari in molti paesi sembrava parlare contro queste accuse. Nella Curia, Maciel era apprezzato da molte persone, Sodano in testa». Aggiungeva poi che su quell’atteggiamento aveva esercitato una certa influenza la dimostrazione della falsità delle accuse mosse ai cardinali Bernardin F. Law e George Pell. «Tutto questo creava un clima che favorì la tendenza a respingere nuove accuse della portata di quelle mosse a padre Maciel nell’opinione  pubblica». A un certo punto, però, si erano sono rotti gli argini che tenevano lontano la stampa. Navarro-Valls annotava: «Cercare di restare in silenzio, su questo e altri casi sarebbe deleterio». Superate le resistenze, ci si rivolse direttamente a Benedetto XVI. «Insieme al Santo Padre, ci siamo io, Levada [il cardinale William J. Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede] e Sodano. Il papa mi dà la parola per introdurre il tema. Dico semplicemente che in questa situazione la Santa Sede deve dare l’informazione, e deve farlo subito. In caso contrario tutta la stampa, e soprattutto quella americana, accuserà Giovanni Paolo II di essere un insabbiatore, e anche lei – Benedetto XVI -, che era prefetto della congregazione quando è iniziato il processo. Malgrado i dubbi di qualcuno dei presenti, il pontefice dice di preparare un comunicato per l’opinione pubblica» (pp. 489-492).

Si resisteva, dunque, e si cedette obtorto collo.

Una breve nota in calce, aggiunta a posteriori agli appunti presi a Santo Domingo nel quinto centenario dell’evangelizzazione (9-14 ottobre 1992), conferma in quale misura si fossero chiusi gli occhi:

«Un giorno Sodano mi chiese di accompagnarlo a una cena con padre Maciel in albergo. Discutemmo di quanto accaduto in quei giorni. Naturalmente,quando parlai con padre Maciel ero ben lontano dall’immaginare ciò che si è saputo in seguito» (p. 233).

Come al solito, in casi di questo genere, nessuno sapeva, ma tutti sapevano? Georg Gänswein, segretario di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, commentò: «non ho mai capito come sia stato possibile che nessun abbia notato nulla».

Un rapido cenno a scandalo scoppiato, si trova nella biografia dello storico cattolico Andrea Riccardi, che annota la prodigiosa crescita del reclutamento dei Legionari di Cristo, ed evita l’argomento dell’«avventuriero», rifugiandosi in un’ammissione di Benedetto XVI nel  2010: «Purtroppo abbiamo affrontato la questione con molta lentezza e grande ritardo» (p. 493). Ben più ampia la trattazione nella voluminosa vita di Benedetto XVI pubblicata dal suo biografo “ufficiale”, Peter Seewald (pp. 1044-1046), che ha cercato un punto di equilibrio per scagionare sia Joseph Ratzinger sia Giovanni Paolo II. Il papa polacco nulla aveva saputo personalmente (altrimenti ciò sarebbe andato a discapito del processo che condusse all’alquanto rapido riconoscimento del suo carattere di beato), al Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede era stato impedito di procedere oltre: «Ratzinger aveva iniziato a indagare sul fondatore dei Legionari quando era prefetto, giungendo alla soluzione del caso in veste di papa». Seewald ha sottolineato che nel vertice ecclesiastico si incontravano “sostenitori” di Marcel Maciel Degollado: il segretario di stato, Angelo Sodano; il futuro segretario di stato, Tarcisio Bertone; il segretario papale, Stanisław Dziwisz.

In un certo senso, ai Legionari di Cristo, ormai divenuti una potenza economica di rilievo istituzionale, si applicava il detto inglese ripetuto durante la grande crisi finanziaria degli anni 2008-2016: «Too big to fail».

 

Sul personaggio e sull’intera vicenda esiste un’ampia bibliografia, tra denunce e difese, in lingua spagnola. In italiano si vedano:

Dossier Legionari di Cristo, a cura dei Discepoli di verità, Milano, Kaos, 2010.

Jason Berry – Gerald Renner, I Legionari di Cristo. Abusi di potere nel papato di Giovanni Paolo II. Edizione italiana aggiornata dagli autori, Roma, Fazi, 2006 (Vows of silence. The abuse of power in the Papacy of John Paul II).

Franca Giansoldati, Il demonio in Vaticano. I Legionari di Cristo e il caso Maciel, Milano, Piemme, 2014.

Andrea Riccardi, Giovanni Paolo II. La biografia, Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 2011.

Joaquín Navarro-Valls, I miei anni con Giovanni Paolo II. Note personali, Milano, Mondadori, 2023.

Peter Seewald, Benedetto XVI. Una vita, Milano, Garzanti, 2020.